Domenica delle Palme C
Con palme i bambini ti lodano,chiamandoti figlio di David:
avevan ragione, o Maestro,
perché tu l’insolente hai ucciso
Golia spirituale.
Le danzatrici dopo la vittoria
così l’acclamarono:
Saul mille ne uccise, David diecimila (1Sam 18,6-7).
Questo la Legge sta a dire,
e dopo la tua grazia, o mio Gesù.
La Legge è Saul geloso che perseguita;
però su David perseguitato
sboccia il frutto di grazia,
poiché di David il Signor tu sei,
o Benedetto, venuto a richiamare Adamo...
Tu la forza manifesti
eleggendo l’indigenza.
Segno di povertà fu quello
infatti di sedersi sopra un asinello,
mentre con la tua gloria
fai vacillare Sion.
Le vesti dei discepoli eran certo
un marchio d’indigenza,
ma l’inno dei bambini e delle folle il grido (Mt 21,9)
eran di tua potenza il segno:
«Osanna nell’alto dei cieli» - ovvero:
Salvaci alfine; Salva, o Altissimo, gli oppressi.
Abbi pietà di noi, per queste palme;
I rami che si agitano il tuo cuore toccheranno,
tu che venuto sei per richiamare Adamo.
Adamo per noi contrasse,
mangiando il non dovuto,
il debito che ci opprime,
e fino ad oggi, al posto suo vien chiesto
a noi suoi discendenti.
Impadronirsi di sua vittima
dal creditor fu ritenuto poco;
incombe allor sui figli
reclamando del padre il debito,
svuota del debitor la casa,
tutti menando fuori.
A colui che è onnipotente
perciò noi ricorriamo:
conoscendo la nostra spoliazione,
assumiti tu il nostro debito,
tu ricco qual sei,
tu che venuto sei per richiamare Adamo.
Per liberare gli uomini venisti,
testimone il profeta Zaccaria,
che dolcissimo, giusto e salvatore,
un tempo t’ha chiamato (Zc 9,9).
Esausti e vinti siamo,
scacciati dappertutto.
Nella Legge credemmo intravedere
un liberator, però in servaggio
essa ormai ci ha ridotti;
quindi appello ai profeti
facemmo e sulla speranza ci han lasciati.
Per questo coi bambini
ci gettiamo ai tuoi piedi:
pietà di noi, oppressi;
consenti a subir la croce e la sentenza
tu della morte lacera,
tu che venuto sei per richiamare Adamo.
«O creatura della mano mia -
risponde il Creatore a quelli che sì gridano -,
sapendo che la Legge non aveva
potere di salvarti,
lo stesso son venuto.
Alla Legge salvarti non spettava,
perché non è lei che t’ha creato;
né dei profeti compito,
che creature mie come te erano.
Solo a me spetta d’affrancarti
dal debito oppressore.
Per te sono venduto, e sì ti libero;
per te son crocifisso, e dalla morte scampi;
muoio, così a gridar ti insegno:
Benedetto tu sei
tu che venuto sei per richiamare Adamo.
Ho forse io amato tanto gli angeli?
No, sei tu, il meschino, che io ho preferito.
La mia gloria offuscai,
e ricco, liberamente povero mi feci,
per amor tuo.
Per te ho sofferto
fame, sete e fatica.
Per monti, valli e per burroni ho corso,
pecorella smarrita, per cercarti;
nome di agnello presi
per ricondurti, attratta da mia voce;
e di pastore, per dare la mia vita
per te, e sottrarti al lupo.
Tutto perché tu gridi io sopporto:
Benedetto tu sei,
tu che venuto sei per richiamare Adamo».
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».