mercoledì 24 giugno 2015

Ambrogio, Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita (Natività di S. Giovanni Battista)

Natività di Giovanni Battista
Ambrogio, Exp. Ev. Luc., 1, 28-32

Non temere, Zaccaria, perché è stata esaudita la tua preghiera, e tua moglie Elisabetta darà alla luce un figlio, al quale porrai nome Giovanni. Tu ne avrai gioia, e molti si rallegreranno per la sua nascita (Lc 1,13s).

I benefici di Dio sono sempre copiosi e traboccanti, non si riducono ad un numero ristretto, ma crescono in un ricco cumulo di doni, come avviene qui: c’è anzitutto l’esaudimento della preghiera, poi il parto di una moglie sterile, indi l’esultanza di molte persone, e l’eccellenza della virtù. C’è anche la promessa di un profeta dell’Altissimo (cf. - Lc 1,76), e, per togliere ogni dubbio, si indica il nome di colui che nascerà. In mezzo a benefici così grandi, che si effondono dal cielo oltre ogni desiderio, non a torto il mutismo del padre fu un castigo della sua incredulità, come spiegheremo oltre. 
Ma quando nascono i santi, tutti ne godono; un santo, infatti, non è soltanto un onore per i genitori, ma è salvezza per molti. Così, in questo passo, ci si esorta a godere per la natività dei santi.
Ma anche i genitori sono esortati a ringraziare Dio non meno per la nascita, che per il merito dei loro figlioli, certo, non è piccolo dono quello che Dio fa donando i figli, i quali propagheranno la famiglia, e subentreranno nella successione. 
Leggi nella Scrittura che Giacobbe gode di aver generato dodici figli (Gn 49,1-28); ad Abramo viene donato un figlio (Gn 21,2), e Zaccaria resta esaudito. La fecondità dei genitori è un dono di Dio. Perciò ringrazino i padri, per aver generato; i figli, per essere stati generati; le madri, per l’onore che ricevono dai frutti del loro matrimonio: i figli, infatti, sono la retribuzione dei loro sacrifici. Fiorisca a nuova primavera la terra, perché è coltivata, il mondo, che così viene conosciuto, la Chiesa, che vede crescere di numero il popolo fedele. E non senza ragione, subito all’inizio della Genesi, il matrimonio è portato a consumazione per comando di Dio (cf. Gn 2,22ss), ciò non ha altro scopo che di annientare l’eresia. Dio, infatti, ha approvato il matrimonio per unire i coniugi, e l’ha premiato con tanta larghezza, che coloro ai quali la sterilità aveva negato i figli, la bontà divina glieli ha concessi.

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