XXXIII Domenica Tempo Ordinario B
Beda il Venerabile, Anche per l'albero c'è speranza
Commento su Marco, Lib. 4
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo». Nel giorno del giudizio le stelle appariranno oscure non perché diminuirà la loro luce, ma perché si avvicinerà e sopraggiungerà lo splendore della vera luce, cioè del sommo giudice, quando verrà nella maestà sua e del Padre e degli angeli santi. Ma in verità nulla ci vieta d’intendere che allora veramente il sole e la luna con tutte le altre stelle saranno per un certo tempo private della luce, come ci risulta essere accaduto al sole all’epoca della passione del Signore. Resta perciò non compiuta fino a oggi quella profezia con cui Gioele disse: «Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile» (Gl 3,4); e ciò che disse del giorno del giudizio Isaia: «Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato» (Is 24,23). Compiuto dunque il giorno del giudizio e mentre splenderà la gloria della vita futura, quando ci saranno «nuovi cieli e una nuova terra» (2Pt 3,13), allora accadrà ciò che dice altrove lo stesso profeta: «La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, come la luce di sette giorni» (Is 30,26 Volg.).
«E le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte». Non è strano se gli uomini, i quali per natura e intelligenza sono terrestri, si turbano a questo giudizio al cui manifestarsi anche le stesse potenze celesti, cioè le potestà angeliche, tremeranno, come testimonia anche il beato Giobbe che dice: «Le colonne dei cielo si scuotono, sono prese da stupore alla sua minaccia» (Gb 26,11). Che cosa avverrà delle decorazioni quando tremano le colonne, che cosa patirà l’erba dei deserto quando è scosso il cedro del paradiso?
«Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità dei cielo». Non rimarrà dunque in quel giorno nessun eletto che non vada incontro al Signore che viene sulle nubi per giudicare, sia che venga trovato ancora vivo nel corpo, sia che venga risuscitato dalla morte alla vita. Vengono al giudizio anche i reprobi, e anch’essi, alcuni sono trovati vivi nel corpo, e altri risuscitati dalla morte alla vita; ma, a differenza dei giusti che saranno riuniti per la gioia del Signore, i suoi nemici, compiuto il giudizio, saranno dispersi e scompariranno dallo sguardo di Dio (cfr. Sal 67,2-3).
«Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte». Con l’esempio dell’albero ci ammaestra su quando verrà la fine. Come, quando i ramoscelli sono teneri sull’albero di fico e la gemma si apre nel fiore e la corteccia si riempie di foglie, voi capite che s’avvicina l’estate e sono arrivati il favonio e la primavera; così, quando vedrete accadere tutte le cose che sono state descritte, non dovete credere che sia già venuta la fine dei mondo, ma che sono giunti certi annunzi e segni premonitori (cfr. Mt 24,33) per mostrare che l’evento è ormai alle porte.
Ma questa fioritura dei fico può anche essere intesa, secondo il significato mistico, in modo più profondo; può riferirsi cioè alla condizione della Sinagoga la quale un tempo, quando venne a lei il Signore, non avendo in sé il frutto della giustizia, fu condannata all’eterna sterilità in coloro che allora erano increduli (cfr. Mt 21,18-19; Mc 11,12-14.20-21). Ma poiché l’Apostolo ha detto: «L’indurimento di una parte d’Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato» (Rm 11,25-26), quando verrà questo tempo in cui, tolta la lunga cecità, tutto Israele otterrà la luce e la salvezza, allora accadrà che l’albero del fico a lungo sterile (cfr. Lc 13,6-7) darà il frutto che aveva negato, secondo le parole del beato Giobbe: «Anche per l’albero c’è speranza: se viene tagliato ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, al sentore dell’acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta» (Gb 14,7-9). Quando vedrai accadere tutto ciò non avere più dubbi: il giorno dell’ultimo giudizio e l’estate della vera pace sono ormai prossimi.
Vangelo Mc 13, 24-32
Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».