Il commento patristico alla Liturgia di domenica prossima, solennità della SS. Trinità, è un commento iconografico: l'icona della Trinità di Andrej Rublev, dipinta nel 1422 in occasione della canonizzazione di S. Sergio di Radonez.
Come tutte le icone, i particolari del dipinto illustrano un vero e proprio trattato teologico. In particolare, questa icona è stata definita l'"Icona delle Icone" per la sua bellezza e profondità di significato.
Le Querce di Mamre
La Trinità è rappresentata sotto la forma dei tre angeli che fanno visita ad Abramo alla Querce di Mamre (Genesi 18), per annunciargli la nascita di Isacco.
Le tre figure hanno gli stessi volti, rappresentando l'uguaglianza all'interno della Trinità e hanno la stessa età, rappresentando che Dio è eterno presente.
In tutti i personaggi è presente l'azzurro, colore del cielo e quindi del Divino; tutte hanno un bastone, simbolo dell'Autorità.
Il Padre
La figura di sinistra rappresenta il Padre: in lui la Divinità (l'azzurro) è nascosta (nessuno può conoscere il Padre, se non per mezzo del Figlio) ma si intravede attraverso il manto rosa-oro che rappresenta la Creazione. Infatti "dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1).
Dietro di lui è presente una casa, quella di Abramo nella storia di Genesi 18, ma anche la casa del Padre a cui fa riferimento Gesù.
Il Figlio
La figura centrale è il Figlio: è vestito di azzurro (la Divinità) e di rosso-marrone(l'Umanità). Il rosso rappresenta anche il Sangue e il Sacrificio. La mano benedicente mostra due dita: simbolo della sua natura umana e divina. Dietro di lui l'albero, una quercia di Mamre, ma anche l'albero della Croce.
Lo Spirito Santo
Il terzo personaggio (a destra) rappresenta lo Spirito.Oltre al solito azzurro, è vestito di verde, colore della vita nuova. Dietro di lui la roccia, a rappresentare la Forza.
Il gioco degli sguardi
Gli angeli si guardano l'un l'altro in modo circolare. Il Padre guarda il Figlio e indica con la destra la coppa centrale, simbolo del Sacrificio. Il Figlio ricambia lo sguardo accettando il Sacrificio e benedicendo la coppa. Lo Spirito accoglie la volontà del Padre per il Figlio (mano posata sul tavolo) e col suo piegarsi riporta la nostra attenzione al Figlio e al Padre: vuole metterci obbedienti davanti a Gesù (nessuno può dire "Gesù è Signore" se non per opera dello Spirito Santo) e abbandonati e fiduciosi davanti al Padre ("lo Spirito grida nei nostri cuori: Abbà, Padre!).
Le geometrie nascoste
I tre personaggi sono inscritti in un cerchio, simbolo di pienezza e perfezione. Inoltre il lato destro del Padre e sinistro dello Spirito vanno a comporre una coppa, simbolo dell'Eucarestia, nel cui interno è presente il Figlio.
Lo spazio per noi
Rublev ha volutamente lasciato uno spazio libero nella parte anteriore del dipinto. Per chi contempla l’icona, i commensali occupano tre dei quattro lati della mensa, lasciandone uno libero: questo posto vuoto invita lo spettatore alla Comunione, a partecipare al colloquio intimo con Dio.
Come tutte le icone, i particolari del dipinto illustrano un vero e proprio trattato teologico. In particolare, questa icona è stata definita l'"Icona delle Icone" per la sua bellezza e profondità di significato.
La Trinità è rappresentata sotto la forma dei tre angeli che fanno visita ad Abramo alla Querce di Mamre (Genesi 18), per annunciargli la nascita di Isacco.
Le tre figure hanno gli stessi volti, rappresentando l'uguaglianza all'interno della Trinità e hanno la stessa età, rappresentando che Dio è eterno presente.
In tutti i personaggi è presente l'azzurro, colore del cielo e quindi del Divino; tutte hanno un bastone, simbolo dell'Autorità.
Il Padre
La figura di sinistra rappresenta il Padre: in lui la Divinità (l'azzurro) è nascosta (nessuno può conoscere il Padre, se non per mezzo del Figlio) ma si intravede attraverso il manto rosa-oro che rappresenta la Creazione. Infatti "dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1).
Dietro di lui è presente una casa, quella di Abramo nella storia di Genesi 18, ma anche la casa del Padre a cui fa riferimento Gesù.
Il Figlio
La figura centrale è il Figlio: è vestito di azzurro (la Divinità) e di rosso-marrone(l'Umanità). Il rosso rappresenta anche il Sangue e il Sacrificio. La mano benedicente mostra due dita: simbolo della sua natura umana e divina. Dietro di lui l'albero, una quercia di Mamre, ma anche l'albero della Croce.
Lo Spirito Santo
Il terzo personaggio (a destra) rappresenta lo Spirito.Oltre al solito azzurro, è vestito di verde, colore della vita nuova. Dietro di lui la roccia, a rappresentare la Forza.
Il gioco degli sguardi
Gli angeli si guardano l'un l'altro in modo circolare. Il Padre guarda il Figlio e indica con la destra la coppa centrale, simbolo del Sacrificio. Il Figlio ricambia lo sguardo accettando il Sacrificio e benedicendo la coppa. Lo Spirito accoglie la volontà del Padre per il Figlio (mano posata sul tavolo) e col suo piegarsi riporta la nostra attenzione al Figlio e al Padre: vuole metterci obbedienti davanti a Gesù (nessuno può dire "Gesù è Signore" se non per opera dello Spirito Santo) e abbandonati e fiduciosi davanti al Padre ("lo Spirito grida nei nostri cuori: Abbà, Padre!).
Le geometrie nascoste
I tre personaggi sono inscritti in un cerchio, simbolo di pienezza e perfezione. Inoltre il lato destro del Padre e sinistro dello Spirito vanno a comporre una coppa, simbolo dell'Eucarestia, nel cui interno è presente il Figlio.
Lo spazio per noi
Rublev ha volutamente lasciato uno spazio libero nella parte anteriore del dipinto. Per chi contempla l’icona, i commensali occupano tre dei quattro lati della mensa, lasciandone uno libero: questo posto vuoto invita lo spettatore alla Comunione, a partecipare al colloquio intimo con Dio.